Le notizie sono emblematiche: la Cina ha annunciato che  l'afta epizootica ha causato la morte di cinquanta bambini, e non è ancora stata debellata. "L’epidemia è ancora in corso", ha affermato in una conferenza stampa il portavoce del ministero della sanità Deng Haihua. Il portavoce ha aggiunto che, fino al 7 aprile, i casi individuati nel Paese sono stati 115mila, per il 95 per cento riguardanti bambini di età inferiore ai cinque anni. Deng ha anche ricordato che nel 2008 l' epidemia è stata particolarmente forte: le vittime sono state 128 e i casi registrati sono stati circa 500mila, abbastanza per indurre il ministero della sanità a lanciare l' allarma e a creare una speciale commissione incaricata di coordinare gli sforzi del governo centrale e delle autorità locali. L' afta epizootica viene provocata da una ventina di virus diversi, tra i quali quello chiamato EV71 è considerato il più pericoloso. Notizie Ansa.

A partire dalla notizia è però interessante e importante cercare i significati che riveste.

L’afta epizootica era conosciuta fino a pochissimo tempo fa come malattia tipica degli animali a unghia fessa, bovini ovini e maiali, con nessuna pericolosità per gli esseri umani. Vi era sempre la necessità di spiegare che l’afta che colpisce i bambini era ben diversa a quella epizootica, e che pertanto non vi era nessun pericolo per le persone. I paini di risanamento degli animali sensibili, che avevano portato alla soppressione di milioni di animali, erano dovuti non alla pericolosità per gli esseri umani ma per impedire la diffusione del contagio. Si ricorda che nel caso di afta epizootica avvenuto in Italia nel 1986, appena scoperti i primi episodi gli Stati Uniti  avevano provveduto a bloccare le importazioni di prosciutto crudo e parmigiano reggiano, praticamente gli unici prodotti di origine animale che avevano una buona diffusione in quel paese. Perché, con la globalizzazione,  i motivi sanitari sono ormai diventati gli unici mezzi con cui si possono bloccare le importazioni e fare opera indiretta di  contrasto alle merci straniere.

Evidentemente è avvenuta una modificazione del virus. Ed infatti rispetto alle tre varianti , europea africana  asiatica più alcuni sottotipi, conosciute fino a qualche anno fa, adesso si parla di 21 tipi di virus dei quali uno grave anche per le persone.

In mancanza di conferme ufficiali è facile collegare quanto accaduto per altri virus: la zootecnia attuale, le concentrazioni di animali, le somministrazioni di farmaci e di vaccini influenzano le caratteristiche immunitarie degli animali e i virus confrontandosi con sistemi immunitari diversi trovano stimoli per cambiare la loro struttura e potere infettante. Le modificazioni influenzano evidentemente anche la capacità di colpire esseri viventi diversi e si possono superare le barriere di specie. Virus e batteri sono specie specifici, hanno uno spettro di specie che sono in grado di colpire ma negli ultimi anni sempre più frequentemente si deve prendere atto di questa mutazione.

Due esempi di cui molto si è discusso in riferimento al salto di specie sono state la Bse , l’encefalopatia spongiforme bovina e l’influenza aviare, sindromi che si sono modificate  e gli agenti infettanti sono stati in grado di colpire appunto gli esseri umani.

Oggettivamente se si analizza il cambiamento avvenuto negli ultimi decenni nei sistemi di allevamento è facilmente ipotizzabile che le modificazioni siano in qualche misura gli agenti da chiamare in causa come responsabili di quanto accaduto. A ulteriore conferma potrebbe essere il fatto che prima dell’afta epizootica solo due anni fa vi era stato un altro caso clamoroso di salto di specie, quando lo streptococco suis era riuscito, provenendo dai maiali, a contagiare in modo mortale diverse persone ed era successo proprio in Cina dove negli ultimi decenni più vertiginoso è stata la trasformazione dall’allevamento alla zootecnia industrializzata.