Alla Stadio Olimpico di Roma, in occasione degli incontri della squadra della Lazio, viene effettuata una esibizione consistente in un volo di un'aquila a testa bianca all'interno della struttura.

In alcune occasioni si è osservato che il volatile invece di ritornare a posarsi sul posatotio apposito, è atterrata una volta al centro del prato e in un'altra occasione sul tetto.

L'evenienza richiama l'attenzione sulle motivazioni  del fatto e se eventualmente si possa diagnosticare un disturbo o stress alla base del comportamento manifestato, in quanto è noto che i comportamenti degli animali sono il mezzo con cui essi comunicano eventuali problemi etologici ovvero stati di malessere.

Gli animali costruiscono parte considerevole del loro benessere  sulla qualità dell'ambiente in cui si trovano; nel caso specifico oltre all'ambiente è importante la tipologia dell'animale, trattandosi di un volatile addestrato.

L'addestramento si propone di massimizzare il risultato ottenibile, ovvero un comportamento dell'animale desiderato dall'essere umano, affinandone le capacità proprie e caratteristiche. L'addestramento dei rapaci è specializzazione antica, Federico II aveva scritto un libro sulla falconeria molto conosciuto e apprezzato, e per molto tempo è stato finalizzata alle attività di caccia, con  rapaci addestrati.

Oggi la falconeria si è specializzata verso le attività ludiche; come intervento di utilità rimane l'uso dei rapaci per disperdere gli stormi di uccelli quando si concentrano in aree dove creano pericolo o disturbo, come negli aeroporti.

L'addestramento si basa sull'affinamento delle attività venatorie dei rapaci, i quali catturano la preda in volo e la portano a terra per ucciderla; nella falconeria odierna il volatile effettua il volo e poi torna, senza la cattura della preda, sulla mano guantata dell'addestratore o su di un appoggio predisposto.

Pertanto si richiede al volatile un supplemento di impegno in quanto non solo deve eseguire  l'esercizio su richiesta ma  deve variare il comportamento tipico, inizialmente finalizzato ad un suo interesse specifico – la caccia –,  trasformandolo in un volo senza motivazione utile per se stesso.

Per questo motivo, e poiché i rapaci in natura non hanno molta dimestichezza con l'uomo, i volatili utilizzati sono predisposti al rapporto con l'essere umano tramite l'imprinting, che consiste nello sfruttare la capacità di apprendere, e fare associazioni, in una fase precoce dello sviluppo. Nel caso in questione l'aquila utilizzata risulta essere nata in cattività e quindi è stata evidentemente sottoposta ad un processo di imprinting.

Il ricorso all'imprintaggio  sottolinea che al volatile si richiede un comportamento particolarmente oneroso dal punto di vista psicofisico.

Se si esaminano le esibizioni di falconeria pubblica, si constata che sono sovente effettuate in occasione di manifestazioni ludiche, quali feste, mostre esposizioni, e finora non si aveva notizia in Italia di una dimostrazione in un contesto particolare quale uno stadio affollato da migliaia di persone.

Le anomalie di comportamento che si sono manifestate, il posarsi sul prato e sul tetto, vanno pertanto analizzate alla luce delle conoscenze relative sia alle caratteristiche dell'animale sia alle conseguenze dell'addestramento.

Il comportamento deviato rispetto a quello atteso può indicare una specifica risposta da parte dell'animale. Eseguire gli esercizi sviluppati con l'addestramento è, come si è detto, un impegno che richiede una notevole applicazione e uno sforzo psicofisico da parte del soggetto animale.

Il comportamento diverso da quello insegnato, e quindi  atteso, può essere la diretta conseguenza di uno stress. Se infatti è incontrovertibile che l'addestramento implichi la necessità di un impegno psicofisico, uno stato di stress può facilmente generare un modulo comportamentale diverso, in questo caso l'errato rispetto di quanto insegnato.

L'ipotesi trova fondamento nella situazione che viene imposta al volatile.

Come noto lo stress è la definizione della “sindrome di adattamento” ovvero dello sforzo richiesto agli organismi per adeguarsi alle condizioni ambientali quando esse non sono quelle ottimali per la specie, principio accettato come valido  sia per le persone umane sia per gli animali.

Nel caso in questione il volatile non solo deve ripetere l'esercizio appreso ma deve effettuarlo in un ambiente sfavorevole, anche rispetto alle normali esibizioni di falconeria. Queste, infatti, si svolgono usualmente alla presenza di un certo numero di persone però risulta fuori scala il numero dei soggetti presenti in uno stadio rispetto alle condizioni che si rilevano nelle altre occasioni.

La presenza di migliaia di persone disturba evidentemente l'aquila, rapace abituato ad ambienti molto meno frequentati e rumorosi. Rispetto agli ambienti naturali per l'animale, scarsamente abitati, il cambiamento è molto impattante e non viene moderato dall'addestramento in quanto, come detto, le esibizioni avvengono usualmente in condizioni di molto minore affollamento. L'addestramento non può, per ovvi motivi pratici, aver insegnato all'aquila a volare in un ambiente così particolare quale uno stadio calcistico e pertanto l'animale si trova in una condizione di disagio ambientale.

Il comportamento dell'aquila non dev'essere interpretato semplicemente come uno sbaglio di localizzazione, ma come il segnale con il quale l'animale segnala la sua difficoltà, il suo stress causato dalla negatività del rapporto con un ambiente a lei non confacente. Gli errori dell'aquila sono la dimostrazione di uno stato di disaddatamento dell'organismo al luogo dell'esibizione.

Se anche l'aquila non avesse manifestato un disagio chiaramente avvertibile, la situazione ambientale conforta l'ipotesi di una condizione causa di stress per il volatile.

Come noto la definizione dei bisogni degli animali, il cui rispetto è necessario per permettere una buona omeostasi ambientale, è contenuta nel portato delle cosiddette cinque libertà, cioè i bisogni fondamentali che occorre loro garantire e la cui negazione è una causa di stress.

Nel corso della esibizione non tutte le libertà saranno interessate, ma alcune di esse si possono confrontare con la situazione oggetto di analisi.

Due delle cinque libertà vanno considerate.

Una è  la libertà di un ambiente adeguato in quanto la situazione in cui viene effettuato il volo non è quello conosciuto in natura e come si è detto non è una realtà che sia facilmente controllabile dall'animale.

Anche la libertà dal timore è violata in quanto il timore non dev'essere solo inteso come la paura di un'aggressione esterna ma esso è conseguenza di una condizione anomala, di una realtà non controllabile che induce nell'animale la paura di non riuscire a dominare  la situazione data.

Entrambe queste libertà sono violate e pertanto si genera una condizione di stress per l'animale.

 

In conclusione il volo dell'aquila all'interno dello Stadio rappresenta una negatività anche per un animale addestrato, negatività recepita dal volatile che ha dimostrato un comportamento indicatore di uno stato di stress. Inoltre si deve rilevare come le condizioni ambientali siano sfavorevoli per l'animale anche per la negazione dei suoi bisogni fondamentali come dimostra il mancato rispetto delle “cinque libertà”.