Sul finire del 1900 si era sollevata una forte preoccupazione sulle emissioni delle onde elettromagnetiche generate non solo dalle linee elettriche e dalle antenne per la telefonia mobile ma anche emesse direttamente dai telefoni cellulari. Come spesso accade, con l'uso e l'abitudine la sensibilità collettiva è diminuita proprio ora che, per colmo della contraddizione, si stanno raccogliendo le prove dell'effettivo pericolo dei cellulari. Tra le preoccupazioni più vive vi era proprio quella che le emissioni dei cellulari così vicine alle cellule cerebrali potessero indurne la trasformazione cancerosa.

Se le prime allerte erano lanciate sulla base del principio di precauzione – ormai direi dimenticato e ignorato – sono adesso disponibili documenti ufficiali. Così il Pr. Darius Leszczynski, uno dei 30 esperti dell'In- ternational Agency for Research on Cancer [IRAC], autorità mondiale sui rischi di malattia tumorale,  nell'ultimo anno (2012) ha affermato che le radiazioni dei cellulari sono“ possibilemente cancerogene”.

La Conferenza degli scienziati sul Cancro nei Bambini, a Londra, ha invitato i governi ad adottare il “principio di precauzione” avvisando gli utilizzatori di telefoni cellulari ad assumere accorgimenti per proteggere loro stessi e i figli da potenziali rischi a lungo termine dovuti alle emissioni elettromagnetiche, specialmente forme di cancro alla testa.

L'Ufficio Nazionale delle Statistiche Inglese stima che vi sia un incremento del 50per cento, tra il 1999 e il 2009, dei tumori frontali e temporali, cioè in aree del cervello più sensibili alle onde elettromagnetiche emesse dai cellulari.

Che altro aggiungere? Il pericolo esiste ma le autorità di governo sono restie a prendere posizione, e se pensiamo a quanti bambini vengono già dotati di telefonino in giovane età c'è molto da preoccuparsi.

Le case produttrici, sicuramente attente dopo le cause multimilionarie intentate negli Usa ai produttori di sigarette, sono corse ai ripari e così le istruzioni del BlackBerry suggeriscono di tenere il dispositivo discosto di almeno 25 millimetri dal corpo, incluso l'addome per  le donne in gravidanza. Non è da meno l'iPhone che però riduce la distanza a 15 millimetri.

Il problema però sussiste: con le norme di precauzione le case produttrici si mettono al riparo da cause milionarie ma tutte le persone che si vedono perennemente con il cellulare attaccato alle orecchie per minuti, se non per ore, sapranno il rischio che stanno correndo? E quando comperiamo il cellulare ai nostri figli facciamo loro davvero un bel regalo oppure stiamo minando gravemente alla loro salute?