Enrico Moriconi presenta la relazione delle attività del Garante Diritti Animali del 2019 al Consiglio Regionale del Piemonte nell’ambito del Convegno “Tutela a quattro zampe. Fare rete per gli animali”. Il convegno è stato una occasione di confronto con le associazioni del volontariato animalista. Ha moderato l’incontro Rosalba Nattero
Enrico Moriconi presenta la relazione delle attività del Garante Diritti Animali del 2019 al Consiglio Regionale del Piemonte nell’ambito del Convegno “Tutela a quattro zampe. Fare rete per gli animali”. Il convegno è stato una occasione di confronto con le associazioni del volontariato animalista. Ha moderato l’incontro Rosalba Nattero

La Regione Piemonte è l’unica regione italiana ad avere un garante per i diritti degli animali. Pubblichiamo l’introduzione alla relazione delle attività annuali

 

Uno sguardo generale alla società in riferimento alla figura del Garante per i Diritti degli Animali porta alla riflessione che l'attenzione verso le problematiche relative al rapporto con gli animali ha visto nell'ultimo anno alcune vicende significative, anche a livello internazionale. Proprio a livello mondiale non si deve dimenticare che la ideatrice delle giornate Fridays for Future, Greta Thunberg, ha, seppure non sempre e attentamente rilevato, più volte dichiarato come la sua visione ecologica si associa a una scelta di vita vegana.

Sempre a livello internazionale, il caso degli incendi in Australia ha sollecitato molti commenti, apprensioni e prese di posizione, anche direttamente riferite alla sorte degli animali. Questi collegamenti di eventi, che suscitano livelli di preoccupazione molto elevati per il destino degli animali, dimostrano che l'attenzione verso di essi è in crescita nella società, anche se spesso si può constatare che esiste pur sempre un diaframma tra un aumento della sensibilità o dell'empatia e le scelte pratiche, cioè può essere molto facile impietosirsi verso la cattiva sorte degli altri esseri ma poi, magari, non effettuare scelte individuali nella stessa direzione, ad esempio nel momento dell'alimentazione.

Certamente si deve tener conto del fatto che il cambiamento degli stili di vita da più parti sollecitato, e non solo per quanto riguarda il rapporto con gli animali ma anche relativamente all'impatto ambientale, è un cambiamento radicale che investe non solo scelte individuali ma anche collettive o pubbliche che dir si voglia, fatto che rende forse più facile esprimere la convinzione della necessità di andare in una determinata direzione, piuttosto che riuscire a seguire praticamente i principi.

Spesso si devono considerare le conseguenze di un sistema complessivo per cui è innegabile che il mondo del lavoro, in rapida e velocissima evoluzione, influenza e determina le possibili scelte degli individui incidendo sulla trasformazione dell'utilizzo del tempo personale, così da generare l'esplosione dei grandi centri commerciali, spesso aperti con orario continuativo e, di riflesso, vi può essere la tendenza in campo alimentare, a indirizzarsi verso cibi pronti, precotti o da cuocere nel forno a microonde, dove spesso la componente principale sono i prodotti di origine animale.

Le grandi quantità di cibo di origine animale richieste impongono, di fatto, una spinta produttiva che, inevitabilmente, si riflette sulla qualità di vita degli animali concentrati in grandi numeri. La pressione del sistema complessivo di vita, con ritmi velocizzati e frenetici, può giustificare in parte una specie di dissociazione tra manifestazioni di empatia verso gli animali in genere, che sono presenti e verificate, e l’assenza di una visione globale del rapporto con gli altri esseri viventi. Se si analizzano pertanto i coinvolgimenti per la sorte degli animali morti in seguito ai disastri, quali l'incendio prolungato in Australia, si constata che l'emotività è più figlia di una visione zoofila piuttosto che animalista, ovvero, che ci si sente prossimi agli animali in un approccio di sensibilità che nasce da quanto si è colpiti da un evento piuttosto che dalla consapevolezza dell'importanza del rapporto tra l'essere umano e gli altri viventi.

Nel complesso, è interessante che si percepisca un aumento di sensibilità riguardo alla sorte degli altri esseri viventi animati, poiché ciò comporta una maggiore attenzione sulle condizioni vitali degli animali. Un segnale inequivocabile della diffusione dell'interesse verso gli animali è dato dal numero delle associazioni che hanno come finalità statutaria la difesa degli animali: in Piemonte sono 290, di cui 112 iscritte all'albo regionale. Il numero è sicuramente elevato in proporzione alla popolazione regionale e deve essere valutato con attenzione, sia dall'amministrazione sia dai rappresentanti politici. L'attività di tutela e difesa degli animali infatti è di tipo assolutamente volontario, per cui gli attivisti dedicano tempo che ritagliano dalle loro attività lavorative e dagli impegni familiari, sostengono le incombenze e le fatiche connesse e, certamente, devono far fronte alle risorse economiche necessarie. Quando talora accedono a risorse pubbliche, si tratta di quello che viene distribuito tramite bandi che prevedono l'utilizzo in attività pratiche di aiuto agli animali. Circa 300 associazioni, significa che una percentuale abbastanza consistente di cittadini del territorio piemontese, mette la difesa degli animali al centro del loro interesse che vive di un impegno spesso quotidiano e che ha come soddisfazione ottenere dei miglioramenti per gli altri esseri viventi. Le amministrazioni sono tenute a porre la giusta attenzione ai cittadini attivi nella difesa degli animali.

Per scaricare il pdf della Relazione annuale 2019 del Garante per i Diritti degli Animali


Enrico Moriconi, Medico veterinario, è il Garante per i Diritti degli Animali della Regione Piemonte

 

 

7 luglio 2020