In un ristorante di Forlì i proprietari tenevano una volpe in una piccola gabbia nella quale incessantemente procedeva su e giù, due passi in una direzione due a ritornare.

I volontari della Lav dopo averla vista si sono attivati per liberarla.

È stata presentata una segnalazione al Corpo Forestale dello Stato ed è stato effettuato un sopralluogo.

Del fatto si è interessata anche l’Avda – Associazione Veterinari per i diritti animali – che ha presentato un parere sulla condizione di malessere e sofferenza dell’animale.

Dopo un breve periodo si è avuta la decisione che ha permesso di liberare la volpe e destinarla ad un centro dove vivrà libera in uno spazio più ampio e naturale.

Da notare che il servizio veterinario dell’Asl aveva emesso invece parere contrario al trasferimento sostenendo che i gesti visibilmente dimostrativi di uno stato di stress dipendevano dal fatto che l’animale di giorno era nervoso perché costretto in gabbia in attesa della notte quando veniva liberato..

Determinante è stato il parere dell’Avda che ha illustrato chiaramente come il comportamento dimostrava in termini etologici la sofferenza e lo stress dell’animale e che non poteva trovare giustificazione nella temporizzazione delle uscite ma dalla continuità di essere costretta in un ambiente innaturale troppo piccolo come dimensione e assolutamente privo di arricchimenti, nudo e spoglio.

La vicenda dimostra ulteriormente che le tesi del maltrattamento indotto dall’ambiente può essere argomento valido se viene presentata in modo tecnico, con il conforto della scienza etologica.

Per chi vuole si può vedere il filmato della volpe nella gabbia.