Due recenti notizie hanno un collegamento che va sottolineato: la scoperta, da parte dei carabinieri del Nucleo anti sofisticazioni (Nas), di un giro d’affari che riciclava animali ammalati e spacciava sostanze proibite, soprattutto antibiotici, e che più di cinquanta bambine e bambini hanno manifestato i sintomi del telarca, ovvero dello sviluppo precoce delle ghiandole mammarie. Il fenomeno telarca, rilevato in una ricerca effettuata da un centro ospedaliero di Torino viene messo in relazione con la possibile introduzione con l’alimentazione di sostanze ad azione ormonale che provocherebbero lo sviluppo precoce dell’apparato sessuale. C’è da dire che non tutti i medici sono concordi nell’attribuzione certa delle cause sostenenti la patologia perché non ritengono, ad esempio, significativa la quota di bambini che ne sono colpiti; questo dato sarebbe in effetti un elemento importante dal momento che il telarca nelle bambine è un evento raro ma possibile. Quindi per stabilire la significatività dell’evento che si è registrato a Torino occorrerebbe fare una casistica di prevedibilità del fenomeno su scala nazionale per poter avere dei dati di confronto.

Le due notizie riguardano entrambe il problema della sicurezza alimentare.

La ricerca di una migliore salubrità dei cibi è da sempre stata una delle preoccupazioni di qualsiasi società ma nel corso del tempo è cambiato l’oggetto di tale preoccupazione. Infatti tempo addietro la carenze sanitarie più gravi erano concentrate nella conservazione dei cibi mentre ora originano dai metodi di allevamento degli animali che forniscono le materie prime alimentari.

Le risposte ufficiali alle richieste di maggiori garanzie da parte dei cittadini sono orientate nelle proposte di controlli più mirati della filiera alimentare senza però mettere in discussione il sistema produttivo in generale.

L’attuale indirizzo dell’agroalimentare è infatti centrato sulla ammissibilità di moltissime sostanze qualitativamente di dubbia sicurezza limitandone però il quantitativo ammesso. L’esempio più classico sono gli antibiotici, necessari negli allevamenti industrializzati, ma ammessi a livelli prestabiliti. Oppure sostanze chimiche di varia azione o ancora materie di scarto che possono permettere la somministrazione di sostanze pericolose. Dati i numeri del settore (più di 700 milioni di animali macellati ogni anno in Italia che si cibano di ben 18 milioni di tonnellate di mangime!) i controlli sono estremamente difficili.

Il sistema di controlli messo in atto si basa sia sui controlli ufficiali dei servizi veterinari dello Stato sia sull’ autocontrollo, ovvero sulle metodiche standardizzate di produzione che i produttori si impegnano a seguire.

I controlli ufficiali sono forzatamente contenuti non essendo possibile aumentare più di tanto i costi dell’intervento pubblico. Così per la ricerca delle sostanze ormonali si controlla solo il 5 per cento dei bovini, il 5 per mille dei suini, un pollo su un milione e per niente i pesci.

La ricerca degli antibiotici non è fatta sulla base dei controlli di laboratorio ma sulla verifica delle prescrizioni dei medicinali negli allevamenti. A questo si deve aggiungere che la stragrande maggioranza degli animali d’allevamento è concentrata ormai negli allevamenti industriali del nord. Nella sola pianura Padana è concentrato più del 75 per cento di tutte le produzioni animali italiane!

L’autocontrollo significa l’obbligo per tutti gli attori che compaiono nella catena produttiva (allevatori, produttori di mangime, ecc.) di registrare tutte le metodiche produttive, gli alimenti acquistati e somministrati, i farmaci impiegati ecc. In questo modo dovrebbe essere possibile verificare, in ogni momento, gli eventuali inadempienze dalle buone pratiche. Si può facilmente capire che è molto difficile che un obbligo di questo genere fermi il malaffare soprattutto quando questo è molto redditizio. Così chi userà sostanze proibite o pericolose cercherà di farlo ingannando le regole e certamente non le registrerà.

La dimostrazione di questa realtà viene delle continue e ripetute segnalazioni di problemi sanitari legati all’introduzione nella catena alimentare di sostanze pericolose nonostante gli affermati controlli. A solo titolo di promemoria pensiamo agli scandali della diossina, alla infinita vicenda detta della “mucca pazza” fino alle ultime vicende del telarca dei bambini e del ritrovamento di sostanze anabolizzanti proibite.

Il sistema attuale è utile soprattutto alle grandi multinazionali che ormai controllano gran parte della catena dell’agro alimentare. Sono multinazionali le industrie chimiche che producono la maggior parte delle sostanze chimiche che servono per gli animali, dai farmaci agli integratori alimentari. Queste multinazionali sono le stesse, tra l’altro, che detengono il predominio commerciale dei semi dei cereali che costituiscono la maggiore percentuale dell’alimentazione animale, sono le stesse che producono diserbanti, pesticidi e fertilizzanti sempre per produrre i vegetali che finiscono nei mangimi e che spesso detengono anche le maggiori catene distributive degli alimenti.

Alcuni di questi cartelli sono molto conosciuti, come l'lnalca (anche quotata in borsa), il gruppo Veronesi (AIA) e Amadori.

È ovvio che il sistema cerchi di preservare se stesso e impedire i cambiamenti e pertanto la migliore soluzione è quella di puntare tutto sui controlli lasciando inalterato il sistema piuttosto che metterlo in discussione.

Per questo ogni qual volta si verifica un problema anche grave, ecco che la risposta è quella di chiamare alla tranquillità facendo leva sulla maggiore attenzione nei controlli.

Questo sistema invece non solo non garantisce nei casi, sempre più frequenti, di esplosioni di fenomeni acuti, (come il caso della diossina), ma non garantisce più una vera sicurezza. Come ammette la stessa Organizzazione Mondiale della Sanità se è vero che l’età media nei paesi più ricchi va aumentando è altrettanto vero che l’età media di vita sana, cioè non passata in case di cura o da ammalati va progressivamente riducendosi e questo viene messo in relazione allo svilupparsi di una serie di patologie proprie di questa società industrializzata dove il fumo e l’alimentazione sono addotte come le cause principali.

Purtroppo non si vogliono trarre le conseguenze da questa constatazione epidemiologica. La stessa Oms prova timidamente, nel tracciare le linee guida per una vita sana, a chiedere una forte riduzione dei consumi di cibi di origine animale ma in maniera indiretta, sollecitando un maggiore consumo di prodotti vegetali, frutta e verdura, senza osare ad indicare direttamente la necessità di diminuire drasticamente il consumo di carne e dei prodotti di origine animale.

Il potente sistema industriale dell’agro alimentare, (terzo settore produttivo in Italia e nel mondo industrializzato) e quello della chimica, influenzano e determinano le scelte. Che malattie come alcune forme tumorali ed alcune patologie cardiache o il diabete, in sensibile aumento, siano conseguenze di questo tipo di alimentazione è difficile negarlo ma al tempo stesso è altrettanto difficile affrontare seriamente la questione.

Sarebbe il momento di ragionare sulla sicurezza alimentare dettando regole migliori che privilegino sistemi alternativi di produzione, quali il biologico o l’ estensivizzazione. Il .sistema attuale, invece, punta sui controlli senza modificare i sistemi produttivi, cioè permette l'uso di molecole di sintesi -potenzialmente pericolose -cercando di evitarne l'abuso e fidando così nella possibilità di riuscire a limitare l'utilizzazione anche di ciò che non è del tutto sicuro.

Quest'ultima è la strada scelta dall'Europa, sicuramente perché più congeniale alla grande produzione e distribuzione che sta invadendo i mercati mondiali.

La vera sicurezza non può che nascere da sistemi produttivi diversi che non siano solo dominati dalla ricerca ossessiva del guadagno ma dove anche i valori etici siano uno dei criteri riconosciuti.

Quindi il vero punto nodale per il futuro è quello del cambiare le regole puntando su di una agricoltura e zootecnia che siano più rispettose dell'ambiente e più sicure "a prescindere". Questo chiama in causa anche temi più sociali; come hanno dimostrato i grandi eventi contro la globalizzazione neoliberista dei mercati: è necessario ridiscutere le prospettive e gli obiettivi finali dello sviluppo, al quale devono essere liberi di contribuire tutti i popoli del mondo, con uguali diritti. Quelle manifestazioni hanno sollecitato l'attenzione sul fatto che il sistema produttivo che gli USA vogliono imporre al mondo, oltre che ingiusto e vergognoso per le sue implicazioni verso i paesi poveri, è anche generatore di problemi sanitari per i cittadini che sono obbligati a subirlo. Noi in Europa stiamo vivendo lo stesso sistema produttivo.

Attualmente in questo sistema c’è un vincitore, e molto forte: sono le multinazionali, le grandi concentrazioni produttive i cui guadagni crescono e continuano a crescere. Crescono però anche gli scandali alimentari (errori che si pagano a caro prezzo, se è vero che la vicenda mucca pazza causerà ben più di 200mila morti in tutta Europa) e la consapevolezza dei cittadini.

Finora, in campo agrozootecnico si è scelto di puntare tutto sulla quantità e la qualità viene affidata alla garanzia dei controlli. I controlli però non possono migliorare ciò che non è "buono" all’origine. Quantità e qualità non sono conciliabili.

Quantità significa allevamenti e agricoltura intensiva con tutto quello che ne consegue: concentrazione e ampliamento delle proprietà, aumento dell'inquinamento chimico - da pesticidi, erbicidi, fertilizzanti - nonché dagli emuenti degli allevamenti; progressiva e preoccupante aridificazione delle aree più sfruttate, come la pianura Padana; enormi consumi di acqua, necessari sia per il mais sia per l'allevamento e il trattamento delle carcasse (si ricordi che ogni tonnellata di granella di mais ne richiede 1000 di acqua e che i macelli sono industrie grandi consumatrici di acqua).

La concentrazione continua delle proprietà e la diminuzione delle piccole aziende provocate da questo sistema a sua volta genera problemi. Nell’allevamento si è avuta una grande concentrazione  prima nei polli poi nei suini, i proprietari delle piccole aziende hanno dovuto cessare l’attività ed è invalso il contratto di soccida per il quale l’allevatore è proprietario solo della struttura mentre gli animali sono di una impresa, quasi sempre produttrice di mangimi. Ciò determina la diminuzione degli occupati in zootecnia e fa sì che sia il proprietario degli animali sia il soccidario siano sempre meno responsabilizzati della sorte degli animali e tendano sempre di più a considerarli come numeri, ogni numero garantisce un certo reddito e sparisce qualsiasi pur lieve ricordo di rapporto con loro.

Occorre ridiscutere gli indirizzi produttivi e orientarsi verso sistemi più rispettosi dell'ecosistema, nonché fornire maggiori elementi conoscitivi ai consumatori e formarli perché diventino più attenti alle scelte alimentari Per migliorare il sistema produttivo occorre infatti la trasformazione parallela di quello alimentare.

 

I punti critici del sistema attuale

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Le materie prime.

Il principio commerciale prevede che si utilizzino le materie prime di maggiore convenienza da qualsiasi parte provengano.

Il sistema dei controlli è poco efficace, in quanto è basato soprattutto sull'autocontrollo. Ad esempio in Italia non si ricercava la diossina finché non è scoppiato il problema in Belgio. Per il futuro si prevede di effettuare 300 test all'anno sui mangimi: Tale ricerca; se si considera che in Italia la produzione mangimistica assomma a circa 12 milioni di tonnellate di mangime, si capisce subito come sia assolutamente insufficiente.

Non si può ipotizzare quante materie prime sfuggano a tutte le ricerche e quanti e quali prodotti di scarto finiscano nel mangime. Il fatto che in Italia non si sia mai trovata diossina non è sintomo di assenza, quanto di non ricerca. Le ultime indagini dei Nas dimostrano che anche nel nostro paese ci sono gli stessi problemi del resto d'Europa..Finché non si riuscirà a ritirare dalla circolazione tutte le sostanze di scarto non si potrà mai essere del tutto sicuri che qualche disonesto non le somministri agli animali.

 

La qualità dell' alimentazione degli animali.

Oltre alle materie prime (mais, soia, frumento, altri cereali) entrano nell'alimentazione animale molti integratori.

Tra gli ingredienti utilizzati troviamo antibiotici (per mangimi medicati, integratori medicati, auxinici); alcali e acidi composti azotati non proteici o altri prodotti farmaceutici di sintesi, urea, amino acidi di origine sintetica, sostanze coloranti, conservanti, appetizzanti, elementi minerali. Il motivo fondamentale dell'utilizzo di queste sostanze è determinato dal desiderio di trovare la via più facile, più economica e più rapida per un migliore accrescimento animale, al minor costo possibile, come vuole la zootecnia chimica e intensiva .

Antibiotici o chemioterapici

Servono per la preparazione di mangimi medicati, integratori medicati, sostanze ad azione auxinica

Sono tutte molecole simili, antibiotiche o di uguale azione, utili sia per prevenire le forme patologiche altrimenti inevitabili negli allevamenti industrializzati, sia per far crescere più rapidamente gli animali (auxinici).

L'OMS dichiara -con preoccupazione -che più del 50% degli antibiotici prodotti in Europa (10.000 tonnellate) è utilizzato per gli animali.

Di questi il 15 % (1,5 milioni di tonnellate) sono immessi nei mangimi, come auxinici o per la prevenzione.

Le conseguenze è l’ antibiotico resistenza, perché i batteri vengono in contatto ripetutamente con i farmaci, e, per un meccanismo ben conosciuto, diventano insensibili alla loro azione per cui gli antibiotici usati per gli animali non servono più per le persone, che troveranno quindi difficoltà a guarire dalle malattie.

Negli Stati Uniti, nel numero di marzo 1988 la rivista americana Consumer Report ha rivelato i risultati di un test condotto comprando al dettaglio 1000 polli: nel 71% cioè in 710 di essi è stato trovato un batterio -il campylobacter- considerato in America la causa più comune di contaminazione .negli alimenti. Così il Center for Diseases control and prevention stima che il Campylobacter causi, per l'antibiotico resistenza indotta, almeno 500 morti l'anno negli Stati Uniti e 8 milioni di casi di indigestione e dissenteria. Lancet (citato da Il Salvagente del 16.9.99 e da Focus di ottobre ’99) pubblica la notizia che studiosi USA hanno rinvenuto la presenza di batteri resistenti a tutti gli antibiotici in sacchi di mangime ancora sigillati.

Questo fatto è direttamente collegato al grande consumo di antibiotici negli allevamenti di polli, dove si generano batteri resistenti agli antibiotici che poi passano nel mangime con le farine ricavate dagli animali morti.

Nel settembre del ’99 – tutti i maggiori quotidiani riportano la notizia che la presenza di un batterio resistente a tutti gli antibiotici -definito VISA -è stata rilevata in Gran Bretagna e in Italia.

La sua origine va ricercata nelle resistenza acquisita nei confronti degli antibiotici per il troppo elevato uso di queste molecole non solo in medicina umana ma anche per il troppo elevato uso indiretto, tramite alimenti derivati da animali sottoposti a questi trattamenti.

Per legge ogni specialità veterinaria dev'essere acquistata solo dietro presentazione di ricetta veterinaria. Esiste però una notevole discrasia tra l'antibiotico prodotto e quello che risulta regolarmente utilizzato con ricetta medico veterinaria. Naturalmente l'uso incontrollato aumenta i rischi di assunzione da parte dei consumatori perché più facilmente non viene rispettata la regola che vuole che si lasci passare un periodo di tempo sufficiente allo smaltimento della molecola prima della macellazione dell'animale. Negli ultimi anni la situazione non è certo migliorata e le attività di controllo non possono certo far fronte all'impegno richiesto dalle migliaia di allevamenti e dai milioni di animali allevati e di mangime consumato.

Nel 2002 l'Unione Europea ha preso in considerazione questo problema e ha deciso di vietare nel futuro l'uso di 4 tipi di antibiotici come auxinici, cioè per favorire la crescita, negli animali, Flavofosfolipidi, Monensin sodico, Salinomicina sodio e Avilamycina, sperando così di limitare la piaga dell'antibiotico resistenza ma non mette al riparo da furberie, quali usare le molecole proibite come auxinici nei mangimi, per le terapie anche prolungate, ottenendo cioè lo stesso scopo e vanificando di fatto le decisioni della commissione.

Allo stesso fine si indirizzano le proposte di eliminare dal 2006 tutti gli antibiotici usati a scopo auxinico

 

Prodotti chimici integratori

Alcali, acidi composti azotati non proteici o altri prodotti farmaceutici di sintesi, urea, amino acidi di origine sintetica, elementi minerali (metalli pesanti): tutte queste molecole sono impiegate nel tentativo di risparmiare sulle materie prime, sfruttando la capacità degli apparati digestivi degli animali di ricombinare le sostanze azotate primarie in molecole migliori, cosicché la somministrazione di prodotti chimici più semplici, da1l'urea ai prodotti di sintesi chimica, evita l’utilizzo di sostanze azotate in forme meno economicamente vantaggiose ma più adatte agli animali (cereali, mais, grano, erba e fieno o paglia).

Alcune di queste sostanze sono prodotte da sintesi di materie di basso costo e di altrettanto basso pregio.

In questo gruppo rientrano le molecole di metalli pesanti utilizzate anche per celare le somministrazioni illegali di ormoni agli animali.

Nel corso del 2000 il Nucleo Anti Sofisticazioni dei Carabinieri (NAS)  ha rinvenuto animali cui erano stati somministrati cadmio e cromo in quantità eccessiva, proprio a scopo auxinico e per nascondere eventuali somministrazioni di sostanze ormonali vietate.

Molte di queste sostanze chimiche rimangono come residui nelle carni e nei prodotti di origine animale, e passano ai consumatori. Nel caso dei metalli pesanti, ad esempio, è riconosciuto che questi non si distruggano in nessun modo e che dagli animali passino sicuramente ai consumatori. L' elevata presenza di metalli pesanti nei mangimi si può rilevare con estrema facilità, basta osservare sui cartellini che accompagnano i mangimi la presenza delle ceneri, cioè di quelle molecole che resistono a 600 gradi centigradi. In questo modo si può verificare quanta alta sia la percentuale residuante e quindi la loro presenza.

Sostanze coloranti, conservanti, appetizzanti

Questi tipi di prodotti chimici servono a rendere falsamente migliori i mangimi.

I coloranti si utilizzano per colorare innaturalmente i prodotti di origine animale, come i caroteni e le xantofille utilizzate per far diventare più rosso il tuorlo dell'uovo; i conservanti servono per migliorare la conservabili del mangime anche - e soprattutto - quando questo è fatto con sostanze scadenti per cui sarebbe di difficile conservabilità; gli appetizzanti - come dice il nome - servono per migliorare artificialmente il gusto e per ottenere un aumento della quantità di mangime consumata dagli animali, per spingerli cioè a sovra alimentarsi e per farli crescere quindi più velocemente.

Queste sostanze non sono indispensabili e rappresentano un rischio per la salute di chi è costretto suo malgrado a consumarne i residui con i prodotti di origine animale.

Queste sostanze non entrano in piani di controllo nazionali e quindi, praticamente, non è dato sapere quale sia l’effettiva presenza nelle carni al momento del consumo da parte delle persone.

Le sostanze illegali

La vicenda dalla Diossina nei mangimi di polli e suini è emblematica dei rischi che sono insiti nel sistema produttivo attuale. Non cercare di evitare l’uso di sostanze a rischio e di scarto dà la possibilità a persone prive di scrupoli di tentare di introdurre nella catena alimentare qualsiasi tipo di sostanza, basandosi sul fatto che gli animali sono dei buoni riciclatori e così possono trasformare anche principi attivi non utilizzabili diversamente.

Questo produce alcuni effetti: il primo di speculare grandi possibilità di guadagno perché utilizzare sostanze di rifiuto vuole dire potervi accedere senza dover pagare prezzi elevati ed anzi talora si possono anche avere dei rimborsi proprio per le attività di disinquinamento che si effettuano con l’asportazione di un rifiuto la cui eliminazione è un peso per chi lo produce. Se poi il rifiuto con un semplice passaggio diventa una materia prima che si può vendere ecco che il guadagno che si ricava è alquanto elevato.

Occorre ricordare che proprio la possibilità di usare sostanze di scarto ammesse ma di basso valore permette di mescolarle ad altre proibite perché cercare nella miriade delle possibilità che così si creano rende oltremodo difficile identificare le eventuali irregolarità presenti.

Un elemento fondamentale e di non trascurabile importanza è il fatto che l’uso di sostanze illegali non viene scoperto finchè non provoca danni gravi e sovente irreparabili. L’esempio della diossina è di nuovo illuminante. Chi poteva pensare che questo sarebbe avvenuto? Chi poteva sospettare che si arrivasse al punto di somministrare sostanze assolutamente pericolose e non alimentari pur di speculare una qualche frazione di guadagno in più? Così nel futuro chi può prevedere che materie pericolose o dannose non siano introdotte nei mangimi solo per speculazione? È questo un dubbio che dovrebbe essere tenuto in maggiore considerazione.  Il principio del permettere tutto quello che si conosce limitandosi solamente a contenere le quantità rende di fatto impossibile impedire comportamenti illegali e pericolosi, perché chi cerca di procurarsi profitto a tutti i costi può benissimo pensare di ricavare un guadagno con sistemi che potrebbero prima o poi venire scoperti ed essere puniti, calcolando però già preventivamente di ottenere un profitto tale da poter vantaggiosamente metter in atto il piano anche in vista di sanzioni future. Naturalmente in base a questo calcolo il rischio affrontato sarà ancora maggiore cioè più pericoloso per la salute pubblica, perché, sapendo di rischiare, si cercherà il maggior rischio possibile purchè porti una ricaduta economica favorevole il più alta possibile.

 

 

 

Testimonianze di problemi sanitari connessi all’attuale sistema di produzione e controllo

 

SaImonella -Nel 1989 in Gran Bretagna si scoprì che gran parte delle uova prodotte erano infette da Salmonellosi. A Napoli nel gennaio ‘98 sono state sacrificate 4000 galline colpite da salmonellosi.

Bse- Encefalopatia spongiforme bovina -MuccaPazza -1996 -Non ancora risolta

Benché se ne parli meno, è una vicenda ancora in corso. E' esplosa nel marzo de1 1996. Abbattuti 2,6 milioni di bovini in Inghilterra, al 1999 più di 30 persone morte in G.B. Già 5 morti sospette anche in Piemonte (giugno 1999)

Si prevedono almeno 230 mi1a morti tra i cittadini europei. Gli stessi funzionari del Ministero alla Sanità inglese dicono di non poter prevedere il numero totale dei morti tra i cittadini in conseguenza di questa patologia ( dicembre 1999).

Solo nel mese di marzo 2000 la sindrome continua ad allargarsi m a1tri paesi, come la Francia e la Danimarca.

Si deve ricordare che sono tuttora permesse le farine di sangue e di pesce, anche per i ruminanti; quelle di carne per tutti gli altri animali.

Escherichiacoli 96-97 . Tra il '96 e il ‘92, 20 persone sono morte e circa 400 si sono ammalate in Scozia per la carne di  hamburger contaminati da Escherichia coli.

Influenza dei polli 1997/98

Tra dicembre ‘97 e gennaio ‘98 tutti i polli di Hong Kong sono stati uccisi perché colpiti da un'influenza che ha ucciso almeno 7 persone.

Mangimi alla diossina -1999 .

2 Giugno ‘99 scoppia lo scandalo dei mangimi prodotti con oli minerali che contenevano diossina. Il problema era noto dal 26 aprile alla Comunità Europea ma la comunicazione ufficiale risale solo al primo giugno. La materia prima incriminata è prodotta da una piccola ditta belga che l'ha poi diffusa alle ditte produttrici ai mangimi, che possono essere situate anche fuori di quella nazione.

Influenza aviare Gennaio 2000.

Morti 5 milioni di polli e galline per colpa del virus dell'influenza aviare.

Uova con antibiotici nei supermercati 18 Febbraio 2000 -

Una inchiesta effettuata nei supermercati ha individuato delle uova normalmente in vendita contenenti: antibiotico, probabilmente in conseguenza delle massicce somministrazioni alla galline per sconfiggere l'influenza aviare presente in Italia.

7 Morti per Listeria in Francia 21 febbraio 2000 da Liberation:

Il quotidiano francese Liberation denuncia che sono già 7 i deceduti, e 23 i colpiti, da una forma di Listeriosi di difficile diagnosi. La causa viene ipotizzata o nel formaggio Blu o nel pesce affumicato o in qualche altro prodotto di origine animale.

Carne Danese a rischio BSE venduta in Italia 1° Marzo 2000 -

Il Ministero della Sanità invita a ricercare carne Danese proveniente da un allevamento in cui si sono manifestati casi di BSE. La segnalazione arriva due mesi dopo la scoperta della forma morbosa in Danimarca e quando tutta la carne è già Stata consumata.

Prosciutti belgi alla diossina venduti in Italia Aprile 2000 –

Una partita di prosciutti belgi alla diossina sono stai commercializzati anche nel nostro paese. Evidentemente si tratta di carni rimaste nei magazzini per attendere il momento propizio per la vendita.

Vitelli da latte a rischio anabolizzanti 14 Febbraio Repubblica.

Il venti per cento dei vitelli da latte che arrivano al macello, secondo un'indagine della facoltà di medicina veterinaria di Torino hanno residui di anabolizzanti.

Stop ai polli all'antibiotico 25 Marzo 2002 Repubblica.

Nuove regole Ue per i mangimi, vietati 4 antibiotici utilizzati come auxinici.

Importati in Germania polli provenienti dal Brasile contenenti antibiotici furanici vietati in Europa e pericolosi per la salute umana - Giugno 2002

Ritirate 9.000 tonnellate di carne macinata, per gli hamburger , contaminata da Escerichia coli -31 Luglio 2002.

Istamina

E'una sostanza che può essere mortale nell'uomo. Si trova frequentemente nei pesci mal conservati. Sono già stati accertati diversi casi di mortalità fra i consumatori.

Nitrati e solfiti nella carne macinata 31 Gennaio 03

Un controllo a sorpresa effettuato in macelleria in Piemonte ha rilevato la presenza di nitriti e solfiti nelle carni macinate per mantenerne il colorito rosso vivo e cancellare gli odori sgradevoli causati dalla prolungata conservazione.I nitriti sono vietati in quanto cancerogeni, infatti mescolandosi alle ammine che si trovano nello stomaco, diventano nitrosammine riconosciute come sicuramente cancerogene.

 

Testimonianze di irregolarità connesse all’attuale sistema di produzione e controllo

 

Gli alti interessi economici coinvolti nella zootecnia industriale, gli aiuti comunitari per migliaia di miliardi hanno attirato da tempo gli interessi della malavita, che in questo campo realizza alcune specifiche illegalità, non solo in Italia ma in Europa. Si tratta di evenienze ripetutamente oggetto di indagine della magistratura. Vi sono truffe sui contributi europei, realizzate falsificando l’identificazione degli animali e cercando di incamerare più di una volta il premio previsto. E’ poi molto frequente la truffa dell’IVA che consiste nel produrre fatture false per scaricare la percentuale dell’IVA e non versarla alla fiscalità publica-

Nel corso del 1998 nel solo Piemonte sono stati rubati più di mille bovini. Questo dimostra come, nonostante i controlli, esiste ancora una vasta zona di mercato di animali incontrollato, perché, se i controlli non fossero aggirabili, non servirebbe a nulla rubare un bovino non commercializzabile. I furti; sono una delle testimonianze più valide dell’impossibilità di controllare tutto il mercato degli animali e della carne.

Dicembre 1996. La magistratura di Pinerolo indaga sulla falsificazione degli orecchini di identificazione dei bovini che sono facilmente sostituibili e contraffabili. Quello che si sospetta è che la contraffazione serva non solo ad evadere l'IV A ma anche a mascherare la vera provenienza degli anima1i. (Diario 5.3.97)

27 Dicembre 1996." Caccia nei supermarket "per il ritiro dal mercato francese di dieci prodotti di due grandi marche francesi a base di carne di manzo. La preparazione di questi prodotti è avvenuta prima dell'embargo della carne bovina inglese e quindi con una materia prima a rischio. (La Repubblica )

Dicembre 1996. Le stesse conclusioni della Commissione Europea ammettono che l'embargo per la mucca pazza ha funzionato solo in parte e in maniera molto insufficiente. (Il Salvagente )

2 Febbraio 1997: scoperto un traffico illecito di bovini: gli animali comparivano come diretti all'estero, invece andavano a Modena e rifornivano il mercato italiano. Il guadagno proveniva dal recupero dell'IV A che non veniva versata. (La Stampa)

Marzo 1997:”Le frodi in frontiera per quanto riguarda la carne sono al terzo posto dopo quelle dei tabacchi e degli alcolici. Si tratta di un giro d’affari consistente che riguarda sia gli animali vivi che la carne già macellata. E’ un traffico che riguarda tutta l’Europa e colpisce il nostro paese in modo grave. (Diario 3/98 Intervento di Gianni Tamino, europarlamentare)

3 luglio 1997. "Mucca pazza, allarme per traffici illegali". Un quantitativo non determinato ma comunque ingente di carne proveniente dalla Gran Bretagna è stato immesso con MARCHI CONTRAFFATTI sul mercato europeo e su quello extra comunitario. Da notare che, una volta che i timbri sulle partite di carne sono contraffatti, il carico di contrabbando può facilmente prendere qualsiasi direzione. (La Repubblica).

20 Marzo 1998 RAI TG 3 Regionale delle ore 22,30 -" Rubati in Piemonte 500 vitelli dal novembre 1997 al febbraio 1998" -In tutto il 1999 nel solo Piemonte sono più di 1000 i bovini rubati e poi rivenduti irregolarmente

29 Marzo 1998 The Guardian. -Spariti 49.000 bovini inglesi da abbattere a causa della BSE

30 Agosto 1999 La Repubblica Secondo la Confagricoltura ogni anno nel nord sono rubati bovini per un valore di trenta miliardi di lire.

15 Dicembre 1999 Gonfiavano con l' acqua i prosciutti per i bambini. Scandalo mense a Milano, nuova ondata di arresti.

Dicembre 1999 Quasi tre tonnellate di carne a rischio BSE proveniente dalla Danimarca è stata consumata prima che scattasse l’allarme.

Gennaio 2000 -LA STAMPA

Trovate in un macello della Regione Piemonte carcasse bovine non identificate. La domanda che viene logico porre è: da quanto era attivo il traffico? In secondo luogo perché, se i controlli sono così efficaci, continuano ad essere possibili tali truffe? no, poter individuare la carne in questione sui banchi delle macellerie"

12 Aprile 2000 -Scoperto in Sicilia traffico illegale bovini ammalati

Bovini affetti da patologie per le quali è necessario procede all'abbattimento (brucellosi) venivano comtnercja1iz72ti come sani. A riprova del fatto che i controlli si possono sempre evadere, se ve ne è la volontà. Con 1'attuale sistema di non etichettatura, poi, è impossibile, come vorrebbe qualcuno

4 Febbraio 2001. Frode in commercio, indagata la Cremonini.

Per verificare la veridicità dello slogan “Le nostre carni hanno le carte in regola

Giugno 2001 Trovati farmaci abusivi per allevamenti bovini, più di 9000 confezioni di medicinali.

4 Novembre 2001 Liquami e carcasse sulle rive del Maira.

I resti di mille suini sotterrati da una palude di letame vicino al fiume.

19 Novembre 2001 Stroncato lo spaccio degli anabolizzanti per animali

Ventidue arresti tra Lombardia e la Spagna per fermare l'organizzazione che fabbricava in un laboratorio clandestino i farmaci destinati a gonfiare la carne degli animali da macello.

31 Luglio 2002- Ritirate 9.000 tonnellate di carne macinata di bue contenente batterio E. coli 0157:H7.

Gennaio 2003  Scoperto traffico illegale di carne nel Napoletano

Si vendeva come sana la carne di animali infetti di tubercolosi e brucellosi. Inoltre risulta un traffico di 4000 mucche “fantasma”, alcune macellate tre o quattro volte, il tutto per speculare sugli aiuti economici comunitari.

Febbraio 2003 Rapporto annuale dei NAS.

Si rileva che esiste un traffico di bestie, di carne infetta, di bovini che entrano clandestinamente in Italia, di bovini che risultano contemporaneamente vivi e macellati.

Febbraio 2003. Rapporto Zoomafie della LAV, Lega Antivivisezione.

20 mila furti di bestiame nel 2001con 25 milioni di euro di guadagno per le zoomafi.. 39 arresti per la cupola del bestiame

 

Le proposte

 

Per orientarsi verso una vera bio sicurezza sono molte le iniziative che si devono intraprendere

 

  • Nell'ambito dell' Agenzia sulla sicurezza alimentare è fondamentale istituire un tavolo permanente di confronto tra gli enti ufficiali - Ministeri interessati, Sanità, Agricoltura; associazioni dei produttori; sindacati dei veterinari pubblici; associazioni dei consumatori, dei produttori biologici; delle associazioni veterinarie scientifiche e culturali.

In questa sede saranno valutati con scadenze prefissate i risultati raggiunti ed esaminati i dati relativi alle iniziative messe in atto a livello istituzionale per promuovere la sicurezza dell'alimentazione.

Servirà anche per proporre eventuali modifiche ed acquisire il parere delle diverse componenti.

  • Sostenere e promuovere sistemi di agricoltura e zootecnia estensivi e biologici. La vera sicurezza nasce proprio da sistemi di produzione diversi che per la loro stessa esistenza non richiedano l'utilizzo di molecole chimiche pericolose.
  • Migliorare le condizioni degli animali negli allevamenti. Le pessime condizioni di vita nei capannoni industriali impongono l'uso di sostanze chimiche che poi finiscono sulla tavola dei consumatori. Migliorare il benessere degli animali significa non solo una vita migliore per essi ma anche maggiore sicurezza per i consumatori.
  • In campo agricolo diminuire l'utilizzo delle sostanze chimiche (pesticidi, fertilizzanti, erbicidi, ecc.)
  • Nella produzione dei mangimi

Vietare l'utilizzo di farine di carne e di pesce, di vegetali transgenici; di sostanze di sintesi chimica addizionate nei mangimi; nonché l'aggiunta di antibiotici (per mangimi medicati, integratori medicati, auxinici); di alcali e acidi composti azotati non proteici o altri prodotti farmaceutici di sintesi, urea, ammino acidi di origine sintetica; delle sostanze coloranti, conservanti, appetizzanti, degli elementi minerali.

Istituire il ritiro di tutte le materie di scarto per evitare che finiscano nel circuito alimentare degli animali

  • Ormoni: sarebbe utile adottare una soluzione simile a quella che si è imposta a livello sportivo, puntare cioè oltre che sull'atto penale sull'esclusione dal commercio, e si ricerchino elementi facilmente rilevabili: presenza di acqua nelle carni, presenza di residui di sostanze chimiche estranee, ecc.
  • Controlli: occorrerà aumentare le dotazioni dei laboratori degli Istituti Zooprofilattici e dei Nas, migliorare e svolgere attività di ricerca scientifica per mettere a punto nuove tecniche di indagine; formare i veterinari non solo verso un indirizzo produttivistico ma anche stimolandone la sensibilità e la capacità critica affinché sappiano proficuamente prestare attenzione alle necessità fisiologiche ed etologiche degli animali.
  • Introdurre una etichettatura completa che indichi

- per le carni origine, metodi di allevamento, sistemi e tipi di alimentazione -materie prime principali e secondarie, compresi tutti i sottoprodotti utilizzati; il sistema di macellazione;

- per i vegetali sistemi di produzione prodotti vegetali, sostanze chimiche utilizzate, numero dei trattamenti effettuati sulle coltivazioni

- per i produttori di mangimi servirebbe l'obbligo di dichiarare sulle etichette l'origine di tutte le materie utilizzate anche a livello di integratori o di razioni minime.

  • Fornire più informazioni ai cittadini e promuovere una maggiore conoscenza delle regole della buona alimentazione, insegnando a preferire la qualità alla quantità.