La Regione Piemonte ha emanato una delibera con la quale stabilisce la cattura e l'uccisione degli scoiattoli grigi alloctoni, di provenienza nord americana.

Le motivazioni sono labili: l'estensione dello Sciurus carolinensis è più ampia di quanto la stessa delibera affermi, anche se non sembra giusto "denunciare e tradire" gli scoiattoli che vivono nelle zone dove non sono stati segnalati. Però la soppressione di quelli nelle zone scelte non cambierà la situazione.

Le decisioni regionali sono state prese sulla base di una indicazione europea e quindi le premesse sono diverse rispetto alla vicenda degli anni '90.

Resi  esperti dalla precedenti vicende giudiziarie, non si parla più di eradicazione ma di controllo, la sostanza rimane la stessa ma la forma è salva.

Occorre ricordare quanto avvenuto nel 1998. Sempre con la scusa di difendere lo scoiattolo rosso (Sciurus sciurus)  autoctono dall'invadente grigio ( Sciurus carolinensis), la Regione aveva approvato un progetto di due miliardi di lire presentato da due professori universitari torinesi. Si trattava di catturare i piccoli roditori e di gasarli. Naturalmente il lavoro lo avrebbero fatto, in puro stile italiano, i laureandi...

Andò che su esposto degli animalisti i professori furono denunciati e condannati perché le uccisioni avvenivano anche per le madri allattanti. E di conseguenza i piccoli morivano di fame...

A margine ci furono  anche le dimissioni dell'assessore alla caccia perché aveva utilizzato per la cattura gabbie vendute dalla sua ferramenta. Altri tempi e altri momenti, adesso nessuno si dimetterebbe per un tale problema... neppure i  milioni di euro inducono a tale atto.

Nella delibera attuale sono rimasti come punti attaccabili il non far cenno, neppure per definirli inutili, a metodi incruenti (cattura e spostamento? Cattura e sterilizzazione?).

Più cogente potrebbe essere il motivo per cui era stata emessa la prima condanna, ovvero che catturando indiscriminatamente gli scoiattoli si potrebbero uccidere anche delle madri con cuccioli piccoli e non in grado di sostentarsi e la cui morte per fame sarebbe reato di maltrattamento.

Oggi come allora, appare che la motivazione più forte sia regalare centinaia di migliaia di euro del bilancio regionale a chi farà le operazioni.

Oggi come allora non si comprende perché si continui a voler uccidere gli scoiattoli sapendo che è un esercizio pressochè inutile dal momento che in Inghilterra – ad esempio - lo si fa da anni senza risultati, oppure che non si propongano azioni di tipo diverso come la sterilizzazione o, ancora meglio, perché non si aiutano quelli rossi fornendo loro cibo adeguato?